1801
Viene realizzato da Michele Zuliani detto il Lessani l’altare del Crocifisso, quello di fronte alla cappella della Vergine.
1805 – 11 – 16
Il generale Massena, alla testa delle truppe francesi, occupa Udine.
1805 – 12 – 26
Viene firmata in fretta la pace di Presburgo (Bratislava) che prevede la cessione dei territori italiani alla Francia. Si costituisce così il Regno d’Italia francese il cui governo è affidato al vicerè Eugenio Beauharnais.
1806 – 01 – 01
Entra in vigore il codice napoleonico che scardina molte delle consuetudini sino ad allora in vigore. In seguito, tra le altre cose, viene istituito il matrimonio civile e il divorzio, si ammette la comunione dei beni tra i coniugi, istituiti dei consigli sulla famiglia per i minorenni, decretato l’obbligo scolastico.
1806 – 07 – 28
Un decreto del Vicerè Eugenio Beauharnais ordina la soppressione delle corporazioni religiose di entrambi i sessi in tutti i dipartimenti veneti, imponendo la concentrazione in determinati luoghi dei suoi membri. Questa sorte tocca anche alla fraternità dei Servi di Udine che viene accorpata a quella di Venezia (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, Milano 1806, parte II, 809-820).
1806 – 09 – 02
Nonostante le numerose suppliche di cittadini laici presso le autorità, i frati delle Grazie lasciano il convento. Stesso destino tocca alle Terziarie di Via Pracchiuso che stavano presso il convento dei Sette Dolori, che verranno trasferite al convento di Santa Maria di San Daniele.
1806 – 10 – 07
Padre Paolo Canciani viene destinato a “direttore e custode della veneranda chiesa e santuario delle Grazie”.
1807 – 01 – 11
Napoleone nomina Baldassarre Rasponi, già Vescovo di Novara, Arcivescovo di Udine, nonostante la forte opposizione di Papa Pio VII. In questo stesso anno viene istituito il registro di stato civile, funzione prima svolta dalle parrocchie.
1808 – 02 – 13
Padre Paolo Canciani ottiene dall’ordine di vivere “extra claustra” come prete presso le Grazie. Diviene primo fabbricere e sacrista. Gli viene su sua richiesta affiancato padre Francesco Missettini.
1808 – 08 – 05
L’Arcivescovo Baldassare Rasponi sposta la sede della parrocchia di San Valentino presso la basilica della Beata Vergine delle Grazie, per far fronte alla partenza dei Servi e dare un adeguato servizio liturgico al Santuario. Entrerà in vigore dal 21 agosto.
Viene depositato, nei locali dell’ex convento, l’archivio della parrocchia di San Valentino trasferitasi alle Grazie. Insieme al complesso parrocchiale viene trasferito anche il fondo della confraternita di San Valentino dedita alla cura della sede parrocchiale che, tuttavia, nel passaggio alla nuova sede viene chiusa per rinascere con la denominazione di confraternita della Beata Vergine delle Grazie.
1808 – 05 – 21
Con una solenne cerimonia ufficiale, Monsignor Francesco Alessio, all’epoca parroco di San Valentino, prende possesso della nuova sede parrocchiale delle Grazie.
1809
Padre Canciani fa eseguire la tinteggiatura del Santuario.
1809 – 03
Alcuni locali del Santuario vengono posti a disposizione della prefettura.
1810 – 01 – 27
Muore a 86 anni padre Paolo Canciani.
1810 – 04 – 25
Un decreto a più ampio raggio rispetto a quello del 1806, stabilirà la soppressione di tutti gli enti religiosi, monasteri, abbazie, confraternite religiose e laiche. Interesserà 290 località friulane, risparmiando solo alcuni enti approvati dal governo. I beni di questi enti passeranno al demanio.
Rientrano negli effetti del decreto, diventando quindi di proprietà demaniale: il convento della Madonna delle Grazie, il monastero delle Agostiniane (attuale Caserma Giovanni Di Prampero), il convento delle Terziarie dei Sette Dolori (ex ospedale militare). Quest’ultimo verrà da allora destinato ad usi militari.
1811 – 05 – 30
L’ex convento delle Agostiniane viene messo all’asta ed acquistato dal privato Angelo Perissini per 15.791 lire.
1811 – 10 – 14
L’ex convento delle Grazie con tutte le sue pertinenze viene acquistato da Giacomo Filippo Giterau (scritto poi nei documenti in almeno altre tre grafie differenti). Subito concede che parte degli orti venga messa a disposizione del comune come luogo dove tenersi la fiera dei bovini cittadina e che alcuni locali siano successivamente affittati ad uso di un’osteria, che si chiamerà Al Castello.
1814 – 10 – 25
I francesi lasciano definitivamente Udine, incalzati dagli austriaci.
1814 – 12 – 21
Viene stipulato un contratto per cui il refettorio dal 1 gennaio 1815 avrebbe dovuto essere adibito ad osteria, condotta da tale Pietro Sedco, però non cominciò mai questa attività.
1815
Probabilmente in questa data muore il sig. Giterau.
1816 – 09
Giacomo Giuseppe Vial, funzionario delle dogane di Rouen, si qualifica come cognato ed erede dei sig. Giterau. Nel frattempo il Santuario ha subito numerosi furti e sottrazioni di arredi sacri. Mons. Alessio, che aveva ripristinato a proprie spese le dotazioni sacre e gli arredi mancanti, decide di procedere al riacquisto del patrimonio che una volta era proprietà dei padri serviti, attingendo alle ricchezze della propria famiglia. L’Alessio contatta gli eredi Giterau e acquista alcuni lotti dell’ex convento.
1824 – 01 – 22
l’Arch. Valentino Presani, presidente della commissione d’ornato, presenta una relazione positiva sulla possibilità di adibire il convento a caserma
1824 – 01 – 27
Il comune delibera definitivamente l’acquisto del convento per farne una caserma, ma la cosa fortunatamente non ha seguito immediato, forse per mancanza di fondi.
1826 – 02 – 21
Mons. Francesco Alessio acquista l’intero convento e la braida annessa da Maria Margherita Caterina ved. Vial, evitando così la destinazione decisa dal comune.
1826 – 09
Il comune prende in affitto alcuni locali del convento ad uso di scuola elementare.
1827 – 05
Mons. Francesco Alessio lascia la parrocchia e diviene canonico della Metropolitana.
1827 – 06
Il capitolo metropolitano e delegazioni di tutte le parrocchie giungono alla Madonna delle Grazie per una supplica per la salute dell’Arcivescovo Baldassarre Rasponi.
1828 – 03 – 19
Viene nominato nuovo parroco delle Grazie Mons. Giuseppe Franzolini. Si mette subito all’opera per un paziente lavoro di ricostruzione e recupero dei beni del Santuario. In questo senso riesce a ricomprare le tele del Tintoretto che decoravano la chiesa, nonché a far riconoscere nuovamente, avutone il permesso dal priore generale dei Servi, tutte le indulgenze e le concessioni che in passato i pontefici avevano concesso al Santuario.
1830
Si decise di risolvere il problema della facciata, che era ancora quella in cotto. Si incarica pertanto l’architetto Valentino Presani di proporre una soluzione, che egli trova progettando un maestoso pronao, costituito da un timpano poggiante su quattro colonne di pietra bianca di Brioni.
1831 – 07 – 17
La basilica viene consacrata dal vescovo di Udine mons. Emanuele Lodi.
1836
Il convento delle Mantellate Agostiniane diventa Ospedale per gli affetti da Colera, durante l’epidemia di quell’anno.
Voto cittadino alle Grazie per la cessazione della lunga epidemia di colera.
1838
Il convento delle Terziarie dei Servi di Maria o dei Sette Dolori, diventa un Ospedale Militare.
1838
Cominciano i lavori per il nuovo pronao.
1839 - 02 - 25
Muore Mons. Francesco Alessio. Con un legato testamentario lascia i beni alla fabbriceria delle Grazie ed ai poveri della parrocchia.
1841
Si fermano i lavori per il pronao della basilica a causa della mancanza di fondi. Riprenderanno nel 1850.
1845
Partono il lavori per il rifacimento di tre altari che erano ancora in legno: Il terzo a destra, dedicato ai Sette Santi; il primo a sinistra, dedicato alle reliquie; il terzo a sinistra, dedicato a San Pellegrino Laziosi. Fu sempre Valentino Presani a disegnarli, affidando l’esecuzione architettonica a Giacomo Vidussi di Udine, mentre le decorazioni furono opera di Antonio Baldissera da Gemona. Saranno terminati nel 1849.
1851 - 12 - 21
Viene inaugurato il nuovo pronao della basilica.
1854
Il parroco Mons. Franzolini riesce a ricostituire la Confraternita delle Grazie.
1862 - 08 - 24
Muore mons. Giuseppe Franzolini.
1864 - 06 - 11
Mons. Giuseppe Scarsini, carnico come il predecessore Franzolini, prende ufficialmente possesso della parrocchia.
1866 – 07 – 26
Il 26 luglio 1866 le truppe italiane entrano a Udine, in seguito alla III guerra d’indipendenza, che con la pace che ne conseguirà porterà il Friuli occidentale ad essere annesso al Regno d’Italia.
Con l’annessione del Friuli al Regno d’Italia, il clima verso le istituzioni religiose è teso, visto che non era mancata la propaganda di molta parte delle gerarchie ecclesiastiche e del vescovado a favore dell’Impero austriaco, difensore della Santa Sede e contro all’Italia, d’impronta decisamente laica. Si verificarono anche dei tumulti davanti al palazzo patriarcale.
1866 - 09 - 19
Con l’annessione, entrano in vigore anche a Udine alcuni provvedimenti per la soppressione di conventi e congregazioni emanati nel regno il 7 luglio 1866. Questo porta alla chiusura del convento delle Clarisse di Santa Chiara (attuale Uccellis). Le monache sfrattate vengono ospitate dal parroco nel Convento delle Grazie. Questo fatto costituì un’importante aiuto per Mons. Scarsini nella gestione del Santuario, permettendogli di intraprendere numerose iniziative per la diffusione del culto alla Vergine Maria.
1868
Inizia la pubblicazione il Bollettino “La Madonna delle Grazie”, che a partire da questa data viene stampato settimanalmente sino al 1877 quando le pubblicazioni vennero interrotte, anche per pressioni politiche
1868 - 06 - 29
Papa Pio IX con la bolla Aeterni Patris indice il Concilio Vaticano I.
1869 - 10
L’Arcivescovo Andrea Casasola sollecita una degna celebrazione per la ricorrenza, l’anno successivo, del centenario della costruzione della nuova cappella della Vergine. In seguito si attiva per far concedere da parte della Santa Sede l’incoronazione dell’icona della Vergine.
1868 - 12 - 08
Si apre il Concilio Vaticano I.
1870
In occasione del centenario della nuova cappella della Vergine, si volle procedere alla sua decorazione incaricando dell’opera il pittore Ferdinando Simoni, affiancato per le figure da Lorenzo Bianchini, che realizza otto angeli che simboleggiano altrettanti titoli attribuiti alla Madonna nelle invocazioni: le Grazie; l’Annunziata; la Natività; l’Immacolata Concezione; i Dolori; il Rosario; il Carmine; l’Assunta. I motivi floreali sopra le colonne su sfondo dorato sono opera di Giovanni Tomasoni di Udine, mentre le dorature del presbiterio sono di Giovan Battista Bonanni e Giacomo Monaglio, anch’essi di Udine.
1870
Il primo altare di destra, già dedicato a Sant’Antonio, viene dedicato alla Vergine dei Sette Dolori.
1870 - 09 - 05
Una solenne processione pone l’icona sull’altar maggiore per rimanere esposta all’adorazione nei tre giorni successivi in occasione dell’incoronazione.
1870 - 09 - 06
Viene incoronata solennemente l’icona della Vergine, come da decreto del Capitolo Vaticano. Iniziano tre giorni di festeggiamenti e celebrazioni durante i quali la facciata del santuario sarà riccamente illuminata da fiammelle a gas. Furono poste tre scritte sulla facciata.
Salutato la mattina da spari di mortaretti, l’Arcivescovo mons. Andrea Casasola celebra un solenne pontificale alla presenza del Patriarca di Venezia card. Giuseppe Trevisanato, già Arcivescovo di Udine, del Vescovo di Concordia mons. Nicolò Frangipane, del capitolo metropolitano in mitra e dei parroci della città in piviale.
Successivamente l’arcivescovo, benedette le corone, le pone sull’immagine, al suono delle campane del santuario, della città e dell’Arcidiocesi. Le corone d’oro, con incastonati brillanti, crisoliti, rubini, topazi e altre pietre, furono realizzate nella bottega di Luigi Conti, dal suo giovane figlio Pietro. I Conti avevano la bottega in piazza Duomo, a fianco dell’Ancona d’Oro, nelle case che sanno poi demolite alla fine degli anni Trenta per la costruzione dei palazzi INAIL, in particolare quello in cui attualmente ci sono gli sportelli della Banca Intesa. Appartenenti ad una famiglia di origini fiorentine che giunse ad Udine in epoca napoleonica, essi furono valenti artigiani. Pietro, formatosi alla scuola di arti e mestieri, fu incluso nel gruppo di otto “artieri” inviati nel 1867 dalla Camera di Commercio, a fini formativi, ad osservare l’Esposizione Universale di Parigi. Il suo talento avrà fama internazionale con l’ostensorio in stile neogotico premiato con medaglia d’argento all’Esposizione di Vienna del 1873 e pubblicizzato nel catalogo edito da Sonzogno. Il programma prosegue la sera, quando alle 17, vengono eseguiti i vespri solenni e il canto delle litanie, diretti dal maestro della cantoria della Metropolitana Michele Indri.
1870 - 09 - 07
Viene celebrato un solenne pontificale dal vescovo di Concordia Frangipane, assistito dai parroci cittadini. La sera canto solenne dei vespri e litanie sulla musica composta per l’occasione da mons. Jacopo Tomadini, che dirige il coro.
1870 - 09 - 08
La messa della mattina viene celebrata dal Patriarca di Venezia Trevisanato, mentre alle quattro del pomeriggio segue la celebrazione dei vespri cantati. Con solenne processione l’icona viene riportata nella sua cappella. La musica per questo giorno viene composta e diretta da mons. Giovanni Battista Candotti di Cividale. La giornata si conclude con uno spettacolo di fuochi d’artificio. L’afflusso di pellegrini in questi tre giorni è enorme, tanto che, come riportano i giornali, molti dovettero dormire sotto la Loggia del Lionello e presso le chiese.
1870 – 09 – 20
Breccia di Porta Pia: i soldati italiani entrano a Roma.
1871
Ancora una volta la famiglia Agricola provvede a finanziare il Santuario: il conte Nicolò a sue spese fa scolpire dodici statue raffiguranti gli apostoli da porre nelle nicchie sopra i pilastri, rimaste vuote dal 1750. Le statue sono realizzate dallo scultore Luigi Minisini di San Daniele (1816-1901) e poste nelle nicchie nel 1874.
1872
Nell’altare del Crocifisso, di fronte alla cappella della Vergine viene posta la pala di Vincenzo Lugaro, proveniente dall’acquisto di arredi della chiesa di Santo Spirito.
1874 - 09
Le statue degli apostoli realizzate da Minisini vengono poste nelle nicchie della navata.
1877
Cessano le pubblicazioni del bollettino della Madonna delle Grazie.
1877
Francesco Querini realizza la cornice dorata per la pala di Luca Monteverde.
1880
Si comincia la decorazione del soffitto della basilica, commissionando l’opera agli stessi due autori della cappella della Vergine: Ferdinando Simoni e Lorenzo Bianchini. Si parte dall’abside.
1880
Il convento delle Mantellate Agostiniane viene ceduto alle autorità militari che lo trasformano in caserma.
1881
Viene effettuato un inventario degli archivi veneti da Bartolomeo Cecchetti. In questo studio si attesta che presso l’Intendenza di Finanza e l’Ufficio ipoteche da circa 70 anni sono conservati gli archivi della confraternita di San Gervasio e Protasio e della confraternita di Sant’Antonio consegnati, all’inizio del XIX secolo, al delegato napoleonico. I documenti consegnati al governo francese da parte delle congregazioni religiose presenti sul territorio friulano. Cecchetti rilevò che “negli archivi di tali uffici giacessero moltissimi documenti, anche pergamenacei, relativi a chiese, conventi e fraterne”. Poco tempo dopo i fondi vennero inventariati e versati al Comune di Udine che li depositò nella Biblioteca Civica.
1881 - 10 - 24
Viene fatta richiesta a Papa Leone XIII da parte del popolo della parrocchia e del parroco Giuseppe Scarsini, per tramite dell’Arcivescovo Andrea Casasola, di insignire di qualche onoreficienza parroco e parrocchia.
1882 - 05 - 23
Papa Leone XIII con Breve Pontificio, annullando qualsiasi scomunica o limitazione al culto sulla parrocchia, concede le insegne violacee al parroco delle Grazie ed ai suoi successori.
1884
Si comincia la decorazione della navata, che verrà terminata nel 1886.
1893
Viene collocato il nuovo altare maggiore, opera di Giuseppe Gregorutti e adornato dalle statue di Giuseppe e Gioacchino, scolpite da Ernesto Tonetti da Massa Carrara, oltre che dagli arredi d’argento ancora presenti.
1893
Viene istallato sul campanile un concerto di 5 campane in Re3, fusione realizzata dalla ditta Giovanni Battista De Poli l’anno precedente. Le tre grandi sono a slancio friulano mentre le due piccole a ¼ ambrosiano.
1893 - 06 - 05
Muore mons. Giuseppe Scarsini
1895 - 06 - 30
Fa il suo ingresso in parrocchia Mons. Pietro dell’Oste, nuovo parroco, già rettore della chiesa di San Pietro Martire.
1895 - 09 - 20
Primo giubileo dell’incoronazione dell’Icona. Cade quando da appena poco più di due mesi si è insediato il nuovo parroco mons. Pietro dell’Oste. Il poco tempo non permette di organizzare manifestazioni particolari per celebrare la ricorrenza. Ma Dell’Oste, che non era uomo da far passare gli anniversari del santuario senza lasciare segno, si propone di festeggiare l’evento entro il 25° anno.
1896 - 08 - 23
Mons. Dell’Oste organizza un grandioso pellegrinaggio per festeggiare i 25 anni dell’incoronazione.
Oltre all’Arcidiocesi di Udine sono coinvolti il Patriarcato di Venezia e le diocesi di Concordia, Ceneda, Treviso, Belluno e Feltre. Non mancarono le critiche dei giornali liberali, che vedevano in queste iniziative, che si andavano moltiplicando in Italia, eventi guidati da fini politici delle forze clericali. Tuttavia l’evento prese dimensioni tali, che già dai giorni precedenti allertò tutta la città e quegli stessi giornali si videro costretti a farne una fedele cronaca. Si dirà alla fine che forse solamente la visita di Vittorio Emanuele II il 14 Novembre 1866 o quella di Garibaldi il 1 marzo 1867, attirarono a Udine una folla di tali proporzioni.
Per l’evento viene creata una tessera del pellegrino, valida dal 22 al 27 agosto, che dava diritto ad ingressi e a sconti ferroviari. Ne sono stampate 24.000 e distribuite nelle diocesi, avendo in previsione di un afflusso superiore alle quindici mila persone, in base anche alle prenotazioni ferroviarie. Moltissimi però giungono con mezzi propri e alla fine il numero di pellegrini viene stimato alla vigilia in venticinque mila. Allestimento di sei treni speciali e otto omnibus a cavalli che fanno servizio continuativo tra la stazione e piazza Libertà. Vengono attivati sistemi di prenotazione per alloggiare i pellegrini anche in case private, oltre a permessi speciali per i pubblici esercizi per tenere aperto anche la notte tra il 22 e il 23 agosto. Le tabaccherie e le rivendite di coloniali hanno il permesso di rimanere aperte sino alla mezzanotte di domenica. Il quantitativo di pane prodotto dai forni cittadini è quadruplicato. I locali del seminario sono resi disponibili per ospitare i pellegrini, su volontà di mons. Pietro Antonio Antivari, vescovo ausiliare di Udine e già rettore del seminario. Viene consentito il solo ingresso in basilica dal portale principale e l’uscita da quelli sui lati. Al centro della basilica ci si può comunicare ininterrottamente per tutta la giornata per poi recarsi nelle varie chiese della città per le orazioni di ringraziamento. Rappresentanze di associazioni cattoliche, confraternite e altre formazioni sono disposte sopra il sagrato e la scalinata con i rispettivi gonfaloni. Un cordone di fanteria lascia il giusto spazio tra piazza I Maggio, che allora si chiamava piazza d’Armi, e la scalinata del Santuario, per ordinare l’afflusso dei pellegrini. Sin dalle ore 3 di questo giorno cominciano le messe in basilica e proseguono sino alle 8, quando viene sgombrato l’interno in preparazione delle solenni celebrazioni. Poco prima delle 9 arrivano in carrozza mons. Pietro Antonio Antivari e mons. Francesco Isola, vescovo di Concordia. Sono fatti giungere per Via Pracchiuso, in quanto la folla in piazza è tale che risulta impossibile attraversarla, men che meno in carrozza. Alle 9, sotto un cielo piovoso, parte la processione con l’immagine della Madonna delle Grazie, tra innumerevoli stendardi di associazioni cattoliche e numerosissima schiera di sacerdoti e religiosi, allietata da quattro bande musicali: di Gemona, di Nogaredo di Prato, di Colugna e di Feletto. Manca quella di Madrisio perché… ha perso il treno. La processione passa per piazza I Maggio sino allo slargo di Via Portanuova, poi si dirige verso via Liruti che percorre sino all’attuale Largo delle Grazie, per giungere infine alla gradinata delle Grazie. Qui viene esposta l’icona verso la piazza. Alle 10 si tiene la solenne messa pontificale all’interno della basilica, seguita da una alle ore 11 dalla gradinata dove fu allestito un altare mobile, per far assolvere il precetto ai tanti pellegrini che non possono entrare in chiesa. Celebra il parroco mons. Dell’Oste. Dopo mezzogiorno il tempo volge al bello. L’icona rimane esposta sino al giorno dopo quando viene riposta nella propria cappella.
Mons. Dell’Oste per l’occasione pubblica un numero unico sul Santuario delle Grazie, un opuscoletto in folio di quattro pagine, con note sulla storia del santuario e il programma dei festeggiamenti.
1897
Restauro dell’Icona della Madonna delle Grazie.
Dal Lunedì al Venerdì:
8.00 - 9.00 - 10.00 - 18.30
Sabato: 8.00 - 9.00 - 10.00 - 19.00
Domenica: 8.00 - 9.00 - 10.00 -
11.00 - 17.00
Dal Lunedì al Sabato:
8.30 - 10.30 ~ 16.00 - 18.00
Domenica: 7.30 - 12.00 - 16.00 - 18.00