1502
Viene fondata la confraternita di Santa Maria nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. Sin dall’inizio del Cinquecento viene creato anche un terz’ordine femminile che ebbe notevole sviluppo nel corso dei secoli seguenti.
1503
Dalla Congregazione dell’Osservanza, viene inviato a Udine come priore padre Luigi Scaramella da Venezia. Il suo scopo è far sì che i Servi, tramite il nuovo convento, divengano un motore spirituale della città. Padre Scaramella inviterà a predicare nel Duomo cittadino Padre Marino Baldo, considerato uno dei più brillanti predicatori della Congregazione dell’epoca.
1504 - 11 - 21
Un documento relativo all’assegnazione dei posti per le bancherelle della fiera di Santa Caterina, indica che quelli posti a Est della piazza sono “… ad sanctam Mariam Gratiarum …”.
1507 - 05
Si tiene in città il Capitolo Generale della Congregazione dell’Osservanza, un evento culturale che risultava prestigioso in qualsiasi città. Durante questo Capitolo, Padre Scaramella venne eletto Vicario generale dell’ordine. Il capitolo rappresentò una svolta per la comunità dei Servi di Udine e anche un elemento di accelerazione dei lavori al Santuario, frenati in quell’epoca da situazioni belliche (1508-1509), terremoti ed epidemie di peste
1508
Viene confermato priore Luigi Scaramella.
1510
Anno in cui, durante il Carnevale, secondo alcuni si verificò il miracolo della Maschera del Diavolo. (Per altri nel 1560).
1511
Muore il priore Luigi Scaramella, vittima pare della pestilenza di quell’anno, che scoppiò dopo che si ebbe la famosa rivolta del Giovedì grasso e ad un fortissimo terremoto, che distrusse anche il castello. I frati svolsero una preziosa azione di assistenza ai malati, da cui forse il contagio del priore.
1512 - 03
Il capitolo dell’ordine dei Servi, tenutosi a Montecchio, ratifica la nomina di fra Angelico Stejner da Udine a priore del convento udinese e stabilisce il suo trasferimento dal convento di San Paolo di Padova. Fu scelto sulla scorta di accorati appelli da parte del consiglio della città, che auspicava un udinese alla guida del convento. Grazie anche all’abbondanza di materiali generati dal terremoto e per la tregua nella guerra con l’Austria, la costruzione continuò più spedita sotto lo stimolo del nuovo priore, che dovette comunque ben operare se rimase in carica sino alla sua morte (1536), cioè per ventiquattro anni. Ulteriore segno di stima fu il contributo di 120 ducati che senza esitazione il comune gli elargì per il compimento dei muri della chiesa.
1513
La chiesa comincia ad essere officiata.
1513 - 02 - 14
Prime notizie della confraternita di San Valentino.
1513 - 02 - 25
Viene chiesta un’elargizione per la costruzione del tetto, in seguito realizzato con travi di rovere e larice proveniente dal canal di Gorto.
1515 – 01 – 25
Viene stipulato un contratto con il maestro Rocco del Cucitin per realizzare il soffitto di 72 cassettoni in legno, progettato da Gaspare Negro. Quest’ultimo poi lo dipingerà.
1515 – 04 – 23
Gaspare negro comincia a dipingere il soffitto a cassettoni, che terminerà nel 1518.
1516
Si completa la facciata della chiesa, opera dei fratelli Giovanni e Antonio di Faedis, in semplice cotto, con due grandi finestroni di stile romanico ai lati di un portale di grande pregio, sormontato da un rosone. In seguito, la facciata venne completata da tre finestre poste sulla sua sommità. Viene installato un organo proveniente dal Duomo di Udine. Si diede anche inizio alla costruzione dell’antica cappella della Madonna, attuale cappella del beato Bonaventura, utilizzando in parte le strutture della vecchia chiesa di San Gervasio e Protasio. Il notaio Belloni attesta che in quell’anno predicava a Udine fra Filippo Albrizzi, teologo dei Servi, che esortò gli udinesi dediti alla letteratura a comporre dei versi latini da porre in una cassetta di piombo e porla nelle fondamenta della cappella. Quei versi dovevano celebrare anche il luogotenente dell’epoca, Leonardo Emo, figlio di Giovanni, che secondo l’Albrizzi con la costruzione della chiesa dedicata alla Vergine, vedeva il compimento di un voto fatto dal padre nel 1479 per scongiurare le invasioni turche.
Si trasporta dal Duomo un organo.
1517
All’interno della chiesa sono aggiunti dei fioroni in legno dorato da Girolamo Scaramanzo e realizzato il pavimento da Bernardino da Bissone, con pietra rosa, bianca e nera (anche se alcune parti rimarranno in legno sino alla fine del Cinquecento).
1518
Viene terminata l’antica cappella della Vergine, anche con la realizzazione della cornice dorata per l’icona, da parte di Giovanni Martini.
1518 – 05
Inizio degli affreschi di Gaspare Negro nell’antica cappella della Vergine.
1518 – 12 – 17
In vista del Capitolo dei Servi che si terrà nel maggio 1519, Papa Leone X emana una lettera che garantisce l’indulgenza plenaria a chi in quel periodo visiterà penitente e confessato la chiesa di Udine o altre rette dall’ordine.
1519
Viene demolita l’adiacente e ormai fatiscente chiesa di San Gervasio per far posto ad un piccolo cimitero oggi non più visibile.
1519 – 05 – 12
Si tiene un capitolo generale dove, come ricorda il priore fra Angelico Stajner da Udine, convennero molti frati, abili oratori e ricchi di dottrina, che si confrontarono in numerosi dibattiti e conferenze. Dal Capitolo risultò eletto vicario generale Clemente Lazzaroni di Rovato.
1520
Comincia la costruzione dell’ala ovest del convento.
1520 – 05 – 12
La chiesa viene consacrata dal vescovo di Caorle (Venezia) Mons. De Rubeis.
1520 – 12
Si redige il contratto per la costruzione di un portale che verrà terminato nel 1525.
1522
La Confraternita dei santi Gervasio e Protasio incarica e finanzia Luca Monteverde, allievo di Pellegrino da San Daniele, affinchè dipinga una pala raffigurante i Santi Gervasio, Protasio, Rocco e Sebastiano ai piedi della Vergine. Da allora questa opera notevole, unica rilevante dell’autore per la sua prematura scomparsa, fu sempre nel medesimo luogo e ancora oggi la vediamo in fondo al presbiterio.
1525
Viene terminato il portale e la chiesa risulta architettonicamente compiuta nella sua struttura.
1527
Viene terminata l’ala ovest del convento (verso la roggia). Poco tempo dopo si comincia la costruzione dell’ala sud e verranno realizzate le colonne del chiostro dal maestro Giovanni da Faedis e dal figlio Antonio. Un lapicida di nome Filippo ebbe l’incarico di scolpire la porta in pietra per l’ingresso del convento (che immetteva sul sagrato antistante più ampio di quello di oggi), quella della sacrestia, del refettorio e della sala capitolare.
1537
Lavori in chiesa: istallazione della cattedra e la costruzione del pulpito.
1539
Viene terminata l’ala sud del convento. In chiesa sostituzione del vecchio organo proveniente dal Duomo, con uno realizzato dai fratelli Jacopo e Andrea da Vicenza
1540
Verso questa data viene realizzato un portico addossato al lato nord della chiesa, verso Largo delle Grazie.
1542 – 07
In una pergamena presente nel museo civico di Udine redatta dal notaio Giuseppe Sporeno si legge: 1542. Luglio Udine. Il cameraro de’ frati Serviti della beata Vergine delle Grazie di Udine concede alla fraterna della Beata Vergine delle Grazie un terreno di passi 2 e piedi 2 prossimo alla cappella della Beata Vergine a patto di non fare finestra o porta prospiciente il convento e di reintegrare il tutto a richiesta del convento.
1543
La Confraternita di San Valentino decide di costruire una nuova chiesa dedicata al Santo: l’attuale San Valentino.
1543 - 10 - 16
Manino dei Manini dona alla confraternita di San Valentino una “domum muratam tegolisque cohopertam cum area et stabulis paleis cohopertis sitam in Utini in Burgo Prati Clausi”, sita a metà della via. Atto del notaio Francesco Belgrado fu Giacomo.
1549
Capitolo dell’ordine dei Servi, a cui partecipano più di cinquanta frati, oltre alla trentina residenti a Udine, tanto che, nonostante il convento sia completato, si rende necessario costruire delle brande supplementari per ospitare i convenuti. Da questo capitolo uscirà eletto vicario generale il friulano Filippo Frangipane di Castello da Tarcento. La città, come per i capitoli precedenti, concesse dei sussidi di denaro pubblico per l’organizzazione.
1555
Si comincia a pensare di sistemare l’accesso alla basilica dalla piazza, che richiedeva ancora il passaggio per il ponte sulla roggia, che allora era dove c’è oggi Largo delle Grazie. Si progetta quindi di fare una scalinata che sorpassi la roggia e congiunga direttamente la chiesa alla piazza. Il priore fa richiesta di autorizzazione al Comune, ma per il momento al progetto non viene dato seguito.
1556
La città fa un voto alla Madonna delle Grazie per essere liberata dalla peste.
1560
Verso questa data si inizia la costruzione anche dell’ala nord del convento, quella adiacente alla chiesa, ma solo la parte bassa, per il completamento del chiostro.
1561
Viene completato il coro, luogo importante per la vita monastica e per la liturgia e per il quale i primi acquisti di banchi erano cominciati già qualche decennio prima.
1567 - 08 - 10
Il Consiglio accetta l’offerta dei fratelli Montona, disposti a cedere delle casette che possedevano tra la piazza e la basilica, dove poi sarebbe stata creata la scalinata.
1567 - 11 - 17
Viene perfezionata la vendita delle casette dei fratelli Montona e iniziata la costruzione della scalinata. A fiando ad essa verrà posta una gran croce.
1574
Nel fondo della Confraternita di San Valentino donato dai Manin, si completa il primo nucleo della nuova chiesa dedicata a San Valentino.
1580
Sul finire di quest’anno, visti gli orientamenti del Concilio di Trento, la confraternita di San Valentino decide nelle riunioni del 30 ottobre e 6 novembre di chiede di erigere a parrocchia la chiesa di San Valentino, impegnandosi a mantenere il prete Luca Zilio. Si legge nei verbali: “… e trovar il modo di far essa Parochia, et questo in essecution della Deliberation del sacro Concilio in tal materia de Parochie”
1581
Dopo questa data comincia la costruzione del campanile che risulta completato nel 1585.
1581 – 04 – 30
Viene nominato curato di San Valentino il sacerdote Luca Zilio, dopo che su decreto di Francesco Barbaro, coadiutore del Patriarca Giovanni Grimani, S. Valentino diventa curazia.
La curazia è una chiesa minore o cappella dotata di propri beni patrimoniali (beneficio ecclesiastico curato), dipendente da una pieve (chiesa matrice), ma che aveva ottenuto il fonte battesimale ed il cimitero ed un cappellano residente, chiamato appunto curato (presbitero con compiti di cura d’anime).
1595 – 01 – 20
Il Patriarca Francesco Barbaro, con decreto patriarcale, da riconoscimento ufficiale alle parrocchie e divide il territorio della città tra sette chiese, oltre a quella del Duomo preesistente. Tra queste quella di San Valentino e il convento della Beata Vergine delle Grazie viene compreso all’interno della parrocchia stessa.
1598 – 09 – 27
Dagli archivi parrocchiali, redatti dal parroco Luca Zilio, abbiamo notizia dell’epidemia di peste che colpì il borgo. Fu deliberato dal Luogotenente di tenere in quarantena l’intera zona, proibendo a tutti gli abitanti, pena la vita, l’uscir di casa.
1598 – 11 – 25
Cessa la quarantena di borgo Pracchiuso per la peste. Il borgo viene riaperto alla circolazione. Viene annotato che muoiono 55 persone nel borgo e 23 nel lazzaretto.
1599 – 02 – 20
Il consiglio decide di celebrare un voto per avere liberato la città dalla peste, che si era limitata in borgo Pracchiuso, quando in altri posti, come a Cividale, aveva fatto moltissime vittime. Si celebrerà alla Madonna delle Grazie e dovrà rinnovarsi ogni seconda domenica di maggio.
1601 – 01 – 17
La cronaca di padre Margarita riporta che tal Misser Girolamo Cainero de Albertis rientrando con un compagno di notte in città, proveniente da Monfalcone, verso le ore 3 cadde con il cavallo in un fosso pieno di acqua e fango. Il cavallo era sopra di lui e rischiava di farlo affogare, visto che non riusciva a rialzarsi. La situazione era disperata e sembrava che fosse spacciato, ma l’invocazione alla Madonna delle Grazie fece rialzare il cavallo e gli permise di salvarsi.
1602 – 09 – 08
La cronaca di padre Margarita riporta un fatto di cui fu testimone anche lui, ancora bambino. Questi si trovava a Romans d’Isonzo con la famiglia e là vi era un giovane di nome Giuseppe di circa vent’anni che assieme ad altri lavoratori, si recò con dei carri sul monte di Medea a prelevare delle pietre. Al ritorno, attraversando il ponte sul Versa, un carro rischiava di rovesciarsi. Il giovane accorse cercando di sostenerlo in equilibrio, ma ugualmente si rovesciò e lo travolse. Lo si pensava morto e anche quando lo si trovò ancora vivo non si nutrivano speranze per lui. Portato a Romans si chiamò il parroco per l’estrema unzione. Il giovane si confessò e poi invocò la grazia di poter andare al Santuario di Udine a pregare la Madonna per sciogliere un voto precedente e questo ultimo. Tutti furono commossi perché certi che non avrebbe passato la notte. Il giovane invece riuscì a sopravvivere e dopo diversi mesi di letto riusci a mettersi in piedi e a camminare con l’aiuto di due stampelle. Quando si sentì in forze sufficienti volle sciogliere il voto e sulle sue stampelle si recò a piedi da Romans a Udine, mettendoci sei giorni e sostando e pernottando dove trovava qualcuno caritatevole. Giunto a Udine non si fermò a riposare ma andò subito a ringraziare la Madonna. Mentre pregava si sentì risanato e potè raggiungere l’altare della Vergine senza le stampelle. Dopo aver a lungo pregato andò a prendere le stampelle e le lasciò sopra l’altare. Andò poi subito dai frati a testimoniare la sua guarigione e poi riprese il cammino per rientrare a Romans, fermandosi in tutti i paesi in cui era transitatò precedentemente, lodando Dio per la Madonna per la sua guarigione, mentre tutti si stupivano di rivederlo sano.
Il padre Margarita ritornò a Romans quando scrisse la sua cronaca per cercare testimoni del fatto e trovò un anziano che ricordava bennissimo il fatto. Disse che il giovane si chiamava Giuseppe Corsi e testimoniò l’avvenimento davanti al parroco di Romans e a due frati Servi di Maria.
1604
Grazie ad un lascito, viene commissionata al pittore Vincenzo Lugaro e realizzata in quest’anno, una pala che raffiguri Sant’Antonio di Padova e anche la decorazione del soffitto della cappella della Vergine. La pala si può vedere oggi nella sala “fra Bonaventura da Forli” del chiostro: raffigura Sant’Antonio che predica su un gelso, cosa che secondo una tradizione avvenne quando questi passò per Borgo Pracchiuso mentre era diretto a Gemona. Le decorazioni del soffitto della cappella della Vergine sono invece quasi completamente scomparse.
1610 – 09 – 01
Muore il curato Luca Zilio.
1610 – 10 – 20
Viene nominato curato di San Valentino p. Francesco Modotto.
1637 – 09 – 10
Muore il curato Francesco Modotto.
1637 – 09 – 20
Viene nominato curato di San Valentino p. Jacomo Zanino.
1650
Viene fondato un convento per ospitare un collegio per le Suore Addolorate, vicino alla Chiesa di San Valentino.
1652
Papa Innocenzo X decreta la soppressione dei piccoli conventi. Questo comporta, negli Stati italiani, la chiusura di 1.513 conventi su un totale di 6.238, numero complessivo stimato in base ad un censimento di due anni anteriore.
1653
Il padre maestro Domenico Margarita viene nominato priore del convento di Udine per un anno.
1653 – 02 – 01
Muore il curato di San Valentino Jacomo Zanino.
1653 – 02 – 12
Viene nominato curato di San Valentino pre Carlo Tramonto.
1655
Il veneziano Tomaso Candido ottiene da Roma il corpo di un martire prelevato dal cimitero di S. Ciriaca e battezzato con il nome di San Valentino.
1658 – 01 – 31
Il padre maestro Domenico Margarita termina una cronaca che narra dei vari miracoli e voti avvenuti presso il Santuario dall’arrivo dei Servi. Questa cronaca che cercò di essere sistematica, raccogliendo tutti gli eventi partendo dal miracolo della cuoca che fece traslare l’icona dal castello al Santuario, apre una finestra sulla vita del XVII secolo. All’epoca del p. Margarita gli ex voto in argento esposti ammontavano a 1097.
1659
Il padre maestro Domenico Margarita viene nominato priore del convento per un anno.
1664
Viene eretta la chiesa di S. Agostino nella omonima via, dove oggi c’è il civico 2, presso il convento delle terziarie agostiniane, fondato da Elena Valentinis, grazie alla donazione fatta dal Conte Angelo Nicolini.
1664 – 08 – 08
Tomaso Candido dona la reliquia alla chiesa di S. Valentino che viene esposta alla venerazione, dietro l’altare, dove si trova tuttora.
1665
Il padre maestro Domenico Margarita viene nominato priore del convento per un anno.
1672
A metà di via Pracchiuso, viene fondato un monastero di monache terziarie dei Servi di Maria, dette della Beata Vergine dei Sette Dolori. Questo convento, che in seguito diventerà l’ospedale militare, era costituito da alcune case a cui si accedeva da una via esistente allora ed oggi inglobata nella struttura esistente, che da Via Pracchiuso, circa di fronte a Via Tomadini, conduceva verso le mura della città, dove oggi c’è il Parco della Rimembranza e Via Diaz.
1672 – 05 – 04
Muore il curato Carlo Tramonto.
1672 – 05 – 18
Viene nominato pievano di San Valentino pre Francesco Tramonti.
1687 – 03 – 16
Muore il parroco pre Francesco Tramonti. Viene sepolto presso la chiesa.
1687 – 04 – 05
Viene nominato pievano di San Valentino pre Pietro Tramonti, fratello del prededessore Francesco.
1688 - 02 - 20
Viene concessa dal comune alla confraternita di San Valentino di tenere una Sagra di San Valentino che si celebrerà per la prima volta l’anno successivo. (Vedi Boll. M.d.G. 3/1982).
1689
Presso la chiesa delle Grazie avviene la posa del nuovo altare nella Cappella della Vergine, donato dal conte Giuseppe della Porta.
1689 - 02 - 14
Si tiene la prima sagra di San Valentino, nei giorni 14, 15 e 16.
1689 - 11 - 20
Le Terziarie dei Servi nel convento dei Sette Dolori, ampliano il complesso acquistando una casa dal conte Francesco Brugno, che dal 1690 permette a queste di poter assistere alla messa di San Valentino dai locali del loro convento, attraverso un apertura con cancellata.
1692
Viene realizzato il coro ligneo del Presbiterio della Madonna delle Grazie.
1695
Il lapicida Girolamo Prodolone comincia a scolpire il primo altare di destra, allora dedicato a Sant’Antonio di Padova e offerto dall’omonima confraternita. Questo poi sarà consacrato all’Addolorata. Sul finire del secolo.
In questo anno si ristrutturò anche il ponte sulla roggia e la scalinata.
1704 - 08 - 31
Lucrezio Palladio nel suo diario dice che, come in altri anni, fu fatta una processione con l’icona della Madonna delle Grazie, per invocare la pioggia, che percorse lo stradone di sopra [penso via Gemona], Borgo S. Cristoforo, Mercatovecchio, davanti al palazzo [Loggia], San Bortolomio, nel giardino. Piovve poco prima della conclusione della processione.
1705
La contessa Emilia Freschi di Cuccagna, raccogliendo l’invito del Patriarca, da inizio in via Treppo, assieme a delle altre devote, ad una scuola domenicale di dottrina per le fanciulle povere della città. Emilia era devota alla Madonna del Rosario e favoriva questa pratica presso le fanciulle. Da questo gruppo nascerà la congregazione delle suore Rosarie.
1711
Vengono poste a fianco della scalinata le statue della Madonna con il Bambino e di San Filippo Benizi, realizzate da Orazio Marinali.
1717 – 05 – 02
Muore pre Pietro Tramonti.
1717 – 11 – 01
Viene nominato parroco di San Valentino pre Giovanni Battista Perabò, nato nel 1679 a Raschiacco di Campeglio di Faedis (UD).
1725 – 08 – 06
Da qualche tempo si ragiona su una profonda ristrutturazione della basilica e sembra che la cosa si faccia sempre più concreta. In questa data viene esposto in chiesa il progetto di massima, che pare fosse giunto da Roma, assieme ad una cassetta per le offerte con cui avviare il finanziamento. Presa la decisione di realizzare l’opera, la direzione dei lavori venne affidata al grande Giorgio Massari (Venezia, 13 ottobre 1687 – Venezia, 20 dicembre 1766), il più influente architetto veneziano della sua epoca nonché amico dei Servi, che in quel periodo si trovava a Udine per la realizzazione della cappella dell’Addolorata presso il monastero delle terziarie di Via Pracchiuso. Questi poi modificherà il disegno precedente.
1730 – 03 – 30
Si redige un contratto in cui il maestro muratore Giacomo Presano venne incaricato dei lavori, mentre la parte in pietra lavorata è affidata al lapicida Giovan Battista Cucchiaro. I lavori inizieranno nel 1733.
1733
Iniziano i lavori di ristrutturazione della basilica.
1734 – 04 – 14
Muore il parroco Giovanni Battista Perabò.
1734 – 05 – 23
Viene nominato parroco di San Valentino p. Alberto Trabaldi.
1738
Il gruppo di catechiste fondate dalla contessa Freschi erige una casa in Via Treppo con la speranza di divenire una congregazione religiosa.
1741
I lavori in basilica si arenano per l’esaurimento dei fondi.
1746 – 09 – 09
Dopo l’ingrandimento della basilica sussiste un problema. Con la nuova imponente navata, l’antica cappella della Vergine risulta decisamente inadeguata e piuttosto avulsa dal contesto. I Servi così decidono di proporre al Comune di essere l’unico finanziatore della nuova cappella, rivolgendo a questo una supplica in questa data, in cui si fa appello a tutta la tradizione votiva e di protezione che le Grazie rappresentarono per la città di Udine. Il Comune accetta e dispone il finanziamento di cinquemila ducati, da versarsi in ragione di mille l’anno. Per dare seguito alla delibera ci vorranno tuttavia diversi anni.
1749
La Contessa Emilia Freschi, fondatrice delle suore Rosarie, muore e viene sepolta nella Basilica della Madonna delle Grazie di Udine.
1750
Il capomastro viene pagato essendo considerati terminati i lavori in basilica con la realizzazione della navata, atrio e facciata, accantonando per il momento il progetto della nuova cappella della Vergine. La nuova navata vede quattro pilastroni centrali ravvicinati e quattro posti alle due estremità, risultando così ripartita in tre campate, con la volta del soffitto a crociera. La navata è preceduta da un atrio, mentre la facciata risulta molto semplice, in cotto. A questo proposito non sappiamo come mai non fu riutilizzato il materiale precedente e il portale del m. Bernardino, che era stato accuratamente preservato e posto nel chiostro. Forse un altro segno della chiusura affrettata del cantiere per mancanza di fondi. La basilica in tutto viene allungata di 18,26 metri e alzata di 8,22, assumendo dimensioni ed imponenza ben maggiori di prima. Sui muri laterali esterni della basilica i lavori di restauro del 1970 hanno messo in evidenza, e si possono ancora oggi vedere, i mattoni che segnano le vecchie dimensioni. Nei pilastroni vengono ricavate dodici nicchie per porre delle statue e probabilmente già allora si pensava agli apostoli.
1753 – 09
Si giunge all’approvazione del progetto firmato dall’architetto Andrea Camerata per la nuova cappella della Vergine. Un carteggio tra i Servi e la confraternita dei Santi Gervasio e Protasio ci rivela come già nell’anno precedente si ragionasse sul tipo di abside e presbiterio, in attesa di reperire le risorse.
1754 – 02 – 18
Si comincia lo scavo delle fondazioni della cappella della Vergine
1757 – 02 – 18
Muore il parroco p. Alberto Trabaldi.
1757 – 02 – 25
Viene nominato parroco di San Valentino p. Domenico Casteneti.
1759
Giunge a compimento la struttura muraria della cappella della Vergine, anche grazie all’opera del maestro Giovan Battista Piva. Per il momento però non ci sono altri fondi per la realizzazione dell’altare e per i decori in pietra ed arredi.
1760
Si sblocca lo stallo finanziario e si riesce a cominciare i lavori per l’altare della cappella. Viene però accantonato il disegno del Camerata e affidando l’incarico al Massari. Questi realizzerà un capolavoro in ordine corinzio che darà il giusto risalto e onore all’icona taumaturgica che doveva ospitare.
1767
Risulta terminato il nuovo altare nella cappella della Vergine. Quello precedente, donato nel 1689 dal conte della Porta, verrà donato alla chiesa di S. Maria della Misericordia presso la Casa di Carità di Giuseppe Flippo Renati. Si realizzano i bracci delle lampade a catena, mentre sono commissionati al pittore veneziano Giuseppe Diziani (Venezia, 12 giugno 1732 – Venezia, 20 dicembre 1803) due grandi tele da porre ai lati della cappella, aventi per soggetto Giuditta con la testa di Oloferne e Ester dinanzi ad Assuero: due episodi dell’antico testamento che tradizionalmente prefigurano ed illustrano dei carismi della Vergine Maria.
1767 – 11 – 25
Muore Filippo Renati e viene seposto presso la Madonna delle Grazie.
1769
Viene completata la cappella della Vergine. Tra i maestri che vi lavorano, va citato lo scalpellino Francesco Lessano, che realizza l’altare e le colonne. L’avanzo dei materiali da costruzione e il legname viene donato ad una pia istituzione che sta muovendo i primi passi in città, guidata da don Giuseppe Filippo Renati.
1775
Una prima inventariazione organica sui documenti del convento e del santuario viene eseguita da fra Angelo Maria Sarti, del Convento di Santa Maria della Consolazione di Ferrara.
1785
Si mette mano finalmente al presbiterio e all’abside. Il disegno viene realizzato dall’erudito padre barnabita Angelo Cortenovis, di origini bergamasche ma qui trasferitosi da qualche anno e divenuto una figura si spicco nella vita udinese. Lo stile del progetto richiama la navata e prevede una sopraelevazione del presbiterio di 1,6 metri. Verranno inoltre poste otto colonne con scopo ornamentale. Il tutto è sormontato da una grande cupola. In seguito a queste costruzioni si rende anche necessario sopraelevare il campanile. Tutti i lavori risultarono completati nel 1796.
1789 – 10 – 27
Muore p. Domenico Casteneti
1796
Vengono completati i lavori in basilica dell’abside e del presbiterio.
1797
Viene completata la nuova pavimentazione della basilica.
1797 – 03
Le truppe di Napoleone dilagano in Italia. Conquista la repubblica di Venezia.
1797 – 03 – 18
Le truppe del generale Bernadotte entrano a Udine. Con l’ingresso dei francesi vari conventi della città di Udine vengono confiscati per usi militari.
1797 – 03 – 31
Il comando francese dispone che il convento delle Grazie sia destinato ad ospedale militare.
1797 – 09
Un decreto stabilisce che ogni religioso debba rientrare nella propria città di origine. In ottemperanza al decreto francese, i frati delle Grazie non udinesi lasciano il convento.
1797 – 10 – 17
Il trattato di Campoformido e il conseguente arrivo degli austriaci, consente ai frati di rientrare in convento.
1798
In quest’anno Michele Zuliani detto il Lessani realizza il nuovo altar maggiore. Questo nel 1893 verrà sostituito e trasferito alla chiesa di Pradielis di Lusevera (UD).
1798 – 01 – 09
Gli austriaci entrano a Udine e in duomo si celebra un solenne Te Deum.
1798 – 01 – 14
Il colonnello Ottolinscki fa un sopraluogo in convento per vedere se sia idoneo ad essere adibito a deposito monture (divise) di tutta l’armata austriaca in Italia. Ai dieci frati presenti viene data una vaga rassicurazione per quanto riguarda le abitazioni a loro riservate
1798 – 03 – 31
Il decreto smentisce le rassicurazione sugli alloggi dei frati ai quali viene concesso solo l’uso della chiesa e della sacrestia.
1798 – 04 – 04
Il priore Padre Paolo Canciani, nonché priore della provincia veneta dei Servi, invia una supplica rammentando i numerosi disagi che dall’inizio del 1797 il convento ha dovuto subire, chiedendo, pur nella devozione alla maestà apostolica, di rivedere la destinazione del convento a deposito monture.
1798 – 04 – 26
In risposta alla supplica di p. Canciani si presenta in questa data un drappello armato al convento per lo sgombero. Per fortuna le Grazie saranno poi giudicate di dimensioni inferiori al necessario e quindi il deposito verrà realizzato altrove. A lode dei frati va detto che in questo anno turbolento il servizio liturigico non subì nessuna interruzione.
1799
Viene istallato il nuovo organo, realizzato dal Maestro Gaetano Callido di Venezia.
Dal Lunedì al Venerdì:
8.00 - 9.00 - 10.00 - 18.30
Sabato: 8.00 - 9.00 - 10.00 - 19.00
Domenica: 8.00 - 9.00 - 10.00 -
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Dal Lunedì al Sabato:
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Domenica: 7.30 - 12.00 - 16.00 - 18.00