Siamo in un periodo dell’anno in cui è normale riflettere sulla passione di Cristo e sulla sua morte e risurrezione.
Noi cristiani non possiamo pensare che anche la vita della chiesa, e quindi la nostra, possa essere diversa da quella di Cristo. Normale pertanto che lo stesso tipo di passione e di morte possa accadere anche a noi.
B. Pascal diceva che “Cristo è in agonia, nell´orto degli ulivi, fino alla fine del mondo”, il card. Suhard, arcivescovo di Parigi, ha scritto nel 1948 una bellissima lettera pastorale, molto attuale, che aveva come titolo “”L’agonia della Chiesa”[1]. Giovanni Paolo II ha fatto raccogliere il volume sui martiri della chiesa nel XX° secolo, nelle prime pagine c’è la testimonianza di una dei miei fratelli, missionario ucciso in Africa nel 1981. Abbiamo pertanto la consapevolezza che gli attacchi alla chiesa ci saranno sempre. Come sempre ci saranno testimonianze di martiri della fede e della carità.
Ma perché gli attacchi di questi nostri tempi contro la chiesa e in particolare contro il Papa Benedetto XVI°? Perché i giornali del mondo occidentale si accaniscono, con argomenti spesso rielaborati, capziosi e malevoli, contro la chiesa e il suo governo?
Certo ci sono colpe che, anche se legate a poche persone di chiesa, restano colpe gravi, e di esse tutti ci vergogniamo e per tutti i misfatti chiediamo perdono. Certo ci sono incomprensioni, certo ci sono lobbies e disegni anticlericali. Ma non sono questi che ci preoccupano, in quanto ci sono sempre stati e sono sempre stati fonte di testimonianze luminose di fede e di carità: basti pensare alle grandi figure del cristianesimo dell’800, emerse in un periodo di estremo laicismo e anticlericalismo.
Quello che forse il mondo occidentale non riesce a comprendere è che il pontificato di Benedetto XVI° sta mettendo in crisi alle radici il pensiero che ha sostenuto il nostro mondo. Sta producendo gli stessi effetti che Giovanni Paolo II° ha avuto nei confronti del mondo europeo orientale nei confronti del vecchio comunismo.
Dovremmo essere contenti quindi: se il mondo riconosce a Giovanni Paolo II° il merito di essere stato in qualche modo colui che ha aiutato il crollo del mondo comunista orientale, e ora Benedetto XVI° sta provocando gli stessi effetti per il mondo occidentale, dovremmo essere semplicemente soddisfatti e felici.
Infatti, penso che il mondo occidentale necessiti di un ripensamento radicale del suo essere. L’Europa e il nord America non hanno più il ruolo di guida ideale del mondo. Le loro democrazie sono in crisi, la loro vita in difficoltà, i loro ideali crollati. Il nord America non è più la guida intellettuale e ideale del mondo, non ha più alcuna funzione di guida, nonostante una figura interessante come quella di Obama. Ha solo potere e tecnologia, spesso solo di potere e di guerra. Nessuno di noi dimentica che è l’unica nazione che ha usato la bomba atomica, e per di più contro popolazioni inermi. Certo, con la sensibilità di oggi, per un’azione del genere verrebbe immediatamente accusata di genocidio.
E’ pertanto un’altra l’Europa e il nord America che noi desideriamo e di cui il mondo ha bisogno. Ci auguriamo un’Europa più attenta ai valori, più attenta alle integrazioni, più accogliente verso i poveri, più capace di condivisione, più aperta verso il mondo delle povertà interne e globali, più desiderosa e costruttrice di pace.
Benedetto XVI sta lavorando in questo senso. Per questo viene attaccato, anche ignobilmente, dalle forze che non capiscono e che non vogliono un’Europa e un nord America migliori.
Noi sosteniamo la sua azione e la sua opera di rinnovamento in quanto cristiani occidentali che desiderano che il futuro dell’Europa e del nord America non sia di morte ma di vita.
[1] Card. Emmanuel Suhard, Agonia della Chiesa, Corsia dei Servi (MI), 1954.
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