Il messaggio di Papa Francesco per la quaresima 2015 ha per titolo “Rinfrancate i vostri cuori” (dalla Lettera di Giacomo 5, 8). La riflessione del Papa è quanto mai opportuna in questo tempo in cui la paura ci fa chiudere in noi stessi, fa bloccare le frontiere e allontanare quanti non condividono la stessa visione della vita. Nella società europea stanno avvenendo dei cambiamenti politici e sociali che avranno, anche a breve tempo, delle ripercussioni molto forti sul sociale. Sono caduti molti tabù politici ed economici e, aspetti che si dicevano innegoziabili, ora sono sul tavolo dei vari governi e sollecitano l’Europa e i suoi governanti. Diversi Stati Europei sono guidati da persone giovani, che non hanno paura di affrontare vecchie e superate ideologie, strategie di partito e alleanze per il bene comune: molti dei nuovi leader sono quarantenni e stanno cambiando il volto del potere in Europa; hanno gli occhi fissi sul traguardo e non temono alleanze scomode per raggiungerlo. Hanno certamente bisogno dei vecchi uomini politici che consiglino con la loro saggezza e la maturità di giudizio per conseguire il bene comune, comunque sono una ventata di primavera.
Anche nella Chiesa, grazie al Papa “venuto dalla fine del mondo”, con uno spirito evangelico giovane, si stanno affrontando problemi vecchi con spirito nuovo, e anche se ci sono alcune frange tradizionali di resistenza, alla fine, i cambiamenti a favore dell’uomo, diventeranno realtà. Papa Francesco nel messaggio per la quaresima ci ricorda che “l’indifferenza verso il prossimo e verso Dio è una reale tentazione anche per noi cristiani”; … “abbiamo bisogno di profeti che ci sveglino”. I profeti non sono finiti con l’Antico Testamento e sono presenti negli oltre duemila anni di storia della Chiesa, solo dobbiamo sentirne le voci, capire chi sono i profeti che parlano in nome di Gesù e dicono le parole di Gesù dai falsi profeti che parlano in nome di una cultura cristiana spesso radicata in paure del passato. “La carità di Dio che rompe quella mortale chiusura in se stessi che è l’indifferenza, ci viene offerta dalla Chiesa con il suo insegnamento e, soprattutto, con la sua testimonianza”.
Oggi i profeti parlano poco, ma sono accanto agli ultimi della terra; manifestano in Chi credono e a Chi hanno donato la vita offrendola a loro volta ai fratelli poveri che Dio ama.
“Quanto detto per la Chiesa universale è necessario tradurlo nella vita delle parrocchie e comunità.” Nella nostra parrocchia ci sono belle attività in atto, ma pochi sono coloro che vi prendono parte per un certo timore e pudore nell’impegnarsi e perché erroneamente si suppone che ci pensino altri, e anche perché le iniziative forse non soddisfano i propri gusti, ma così ci si chiude escludendosi, invece: “la comunità cristiana è chiamata a varcare la soglia che la pone in relazione con la società che la circonda, con i poveri e i lontani. La chiesa per sua natura è missionaria, non ripiegata su se stessa, ma mandata a tutti gli uomini”.
p. Francesco
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