Nei due mesi dopo Pasqua, in parrocchia e in santuario abbiamo avuto delle stupende esperienze di vita comunitaria e parrocchiale. Mi ha emozionato ed entusiasmato l’incontro con i genitori dei bambini battezzati durante l’anno 2013 e l’inizio del 2014. L’invito era per domenica 11 maggio alle ore 16.00, ma alle 15,30 inizia un bel temporale con pioggia e vento: mi rassegno al cattivo tempo e penso che non verrà nessuno. Aspetto con un po’ di delusione che passi l’ora dell’incontro. Alle ore 16.00 piove e nessuno in arrivo, ma alle 16,02, ecco una coppia di genitori entrare in chiostro spingendo la carrozzina, coperta, con il bimbo che dorme tranquillo. Mi si allarga il cuore: penso “almeno uno!”, invece nel giro di tre minuti ne arrivano altri undici genitori con i loro bambini. Sono felice, il cuore è colmo di gioia per le famiglie e i bambini. Ci accomodiamo in salone, e in cerchio, iniziamo il dialogo sulla catechesi battesimale. Alcuni bambini già gattonano all’interno del cerchio dei genitori, altri sono in braccio e alcuni già camminano. Sembra un sogno: tanti bambini e nessuno piange, si cercano tra loro e giocano sereni. Anche i genitori sono felici: non si aspettavano un invito di questo tipo, e qualcuno mi chiede di ripeterlo a settembre per iniziare un cammino insieme. Avevo spedito una quindicina di inviti, hanno risposto in dodici, e qualcuno si è giustificato dicendo di essere lontano da Udine.
Dopo il dialogo catechetico, segue un momento di condivisione con dolcetti e bibite, poi ognuno è tornato a casa con il sole che nel frattempo era tornato a brillare. È stato meraviglioso constatare quanto abbiamo bisogno di parlare e vedere le espressioni dei volti, ma più di tutto, abbiamo bisogno di comunicare la gioia che ci viene dal Signore Gesù. Con quale giusto orgoglio i genitori guardavano i loro bimbi, con quanta attenzione li seguivano con gli occhi mentre gattonavano cercandosi tra loro! Quando un parroco battezza un bambino sente di esprimere la sua paternità e il suo amore: ho condiviso con i genitori l’amore per i figli! Sono anch’io “padre”! Ho sentito nascere nel mio cuore la speranza: la parrocchia della B.V. delle Grazie ha un futuro in questi bambini e nelle loro famiglie. Un grazie grande a Dio e alla Vergine santa.
Un’altra emozionante esperienza, tra le tante, di questi mesi è stato il giorno delle Prime Comunioni, domenica 22 maggio. Giorno splendido di sole e luminosi i ragazzi nelle loro tuniche bianche. Brave le catechiste e i genitori. Durante la Messa di Prima Comunione abbiamo celebrato anche il battesimo di Marco, fratellino di Chiara di Prima Comunione. Ai presenti, ma soprattutto ai ragazzi, è stato spiegato il grande significato della liturgia: nella Pasqua del Signore celebriamo la morte e la risurrezione di Gesù, siamo inseriti in Lui grazie al Battesimo che è morire e rinascere, e ci nutriamo di Lui “prendete e mangiate … prendete e bevete” per avere la forza di vivere ogni giorno. C’è una unità inscindibile tra Battesimo ed Eucaristia. Formando unità in Cristo Gesù, possiamo con diritto, chiamarci Figli del Padre. Così nel battesimo di Marco, tutti abbiamo rivissuto il dono di essere figli di Dio; nei bambini di Prima Comunione tutti abbiamo compreso che per il cammino cristiano ognuno ha bisogno di “mangiare” per trovare forza e proseguire nella vita. La liturgia è stata varia e coinvolgente, familiare: i genitori si sono impegnati in diverse prove di canto per rendere bella e partecipata la Messa e hanno dimostrato la loro bravura, e i ragazzi insieme ai genitori, e anche da solisti, hanno emozionato tutti i presenti con il loro canto.
Questa partecipazione forma la famiglia parrocchiale che si ritrova a pregare e lodare Dio e la Vergine Santa nella nostra basilica della Madonna delle Grazie: è una famiglia aperta a quanti desiderano vivere la comunione nella diversità, giovani e anziani, piccoli e grandi, colti e meno colti, ma tutti amati dal Signore.
Mi auguro e prego che queste esperienze forti e familiari possano coinvolgere tutte le persone della Parrocchia, nessun escluso, e che ogni persona trovi nella nostra Basilica la casa propria, che è la casa di tutti, dove c’è un Padre, una Madre, e un Fratello che ci aspettano a braccia aperte nella dolcezza dello Spirito.
p. Francesco
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