Il periodo di Avvento e di Natale offre sempre l’occasione per riflettere sulle nostre capacità di leggere il presente di Dio.
Il presente di Dio è certamente diverso dal presente dell’uomo, è sempre segnato da speranza e apertura verso il futuro, mente il presente dell’uomo è più legato al passato e segnato da incapacità di guardare avanti. Il presente di Dio è sempre positivo, il presente dell’uomo è sempre tendente al negativo.
Basta riassumere qualche elemento della vita sociale italiana o occidentale in genere: la politica ha fallito implodendo su se stessa, la democrazia parlamentare è in crisi e passa ormai in secondo piano, tutti benedicono gli interventi che vanno oltre le norme e la prassi democratica.
La società va verso una crisi sempre più radicale e profonda, le lobby economiche spadroneggiano ovunque e condizionano i mercati nazionali e internazionali. I poteri forti sono invocati come risolutori. Le conseguenze sono che i problemi della vita quotidiana incidono in modo sempre più pesante sulla vita di tanti.
Difficilmente si sentono apprezzamenti sulla classe politica ed economica del paese.
Certamente si tratta di critiche e valutazioni che hanno fondamento e validità.
Ma possiamo fermarci a questo?
Non credo. Il nostro attuale presente è frutto del passato recente, in particolare degli ultimi 20/30 anni, un passato vissuto senza il pensiero del domani e delle conseguenze, e oggi stiamo pagando proprio tali gravi carenze della politica.
Passato e presente che non è certamente fonte di speranze e annuncio di un futuro di luce. Dimostrazione ulteriore che le speranze fondate esclusivamente sull’umano hanno sempre più ombre che luce.
Ma non possiamo lasciarci travolgere dalla crisi economica-politica-sociale. Non possiamo accontentarci di criticare la classe politica, imprenditoriale, sindacale.
Sì, il presente è un cammino nelle tenebre.
Da chi attenderci luce per il nostro cammino?
La ricerca religiosa è stata la grande assente nei recenti decenni. Assente non solo nella società, ma anche in molti ambienti religiosi. Abbiamo privilegiato la condivisione sociale, le lotte per una società più giusta, abbiamo confuso le ideologie con la fede, abbiamo fatto dell’uomo l’unico soggetto/oggetto del nostro vivere.
Ora è tempo di fare quello che don Lorenzo Milani diceva al “compagno” Pipetta: quando avremo fatto tutte le battaglie sociali e avremo raggiunto tutti i nostri scopi, in quel momento io ti tradirò, perché tu sarai arrivato, io no.
Don Milani diceva molto bene: il cammino dell’uomo di fede non si ferma alle conquiste sociali, anche se le deve perseguire e deve condividere la partecipazione a rendere sempre più giusto e dignitoso il vivere di tutti.
L’uomo di fede ha bisogno anche di altro: ha bisogno di guardare oltre il presente, ha bisogno di guardare oltre il domani. Ha bisogno di incontrare, di vedere, di vivere di Assoluto, ha bisogno di Dio.
Avvento e Natale hanno queste caratteristiche: siamo consapevoli che la nostra conoscenza attuale è nell’oscurità, che vivere nella fede non è ancora vivere nella visione.
Il desiderio è quello di arrivare alla piena manifestazione, alla visione: diventare non solo credenti, ma anche veggenti – solo allora la nostra crescita spirituale sarà piena, compiuta. Questa è la speranza cristiana, vedere il compimento di Dio e nostro.
Avvento e Natale hanno proprio queste caratteristiche: suscitare il desiderio di Dio, cercare di guardare oltre il quotidiano umano, diventare da credenti a veggenti, e cioè vedere realizzate le attese dell’uomo e di Dio.
Avvento e Natale significano anche capire il bisogno che Dio ha dell’uomo: senza l’uomo neanche Dio è pienamente se stesso.
Questo incontro, tra l’uomo che ha bisogno di Dio e Dio che ha bisogno dell’uomo, è il Natale. L’avvento è la preparazione e l’attesa di questo incontro.
Lo ricordiamo in un periodo particolare dell’anno che ha caratteristiche molto belle, ma in realtà si tratta del cammino di tutta la vita.
Se fossimo capaci di vivere costantemente lo spirito dell’attesa, della ricerca, della scoperta di Dio, in un cammino costante di tutta la vita, allora sarebbe sempre Avvento e sarebbe sempre Natale.
Cerchiamo almeno di rendere evidente questa ricerca e questa attesa, purificandola da forme commerciali, sentimentali, qualunquiste.
Il viaggio da Nazaret a Betlemme non è facile e comodo, ma difficile e pieno di pericoli.
p. Cristiano
Dal Lunedì al Venerdì:
8.00 - 9.00 - 10.00 - 18.30
Sabato: 8.00 - 9.00 - 10.00 - 19.00
Domenica: 8.00 - 9.00 - 10.00 -
11.00 - 17.00
Dal Lunedì al Sabato:
8.30 - 10.30 ~ 16.00 - 18.00
Domenica: 7.30 - 12.00 - 16.00 - 18.00