Per la Bibbia la creazione nasce nella concomitante presenza di questi tre aggettivi, che richiamano altrettante qualità: “E Dio vide che era cosa bella (buona)” (Gen 1, 10.12.18.21.25.31).
Ogni gesto, azione, creazione umana dovrebbe tenere conto di questi tre vocaboli: vero, buono, giusto. Lo facevano gli antichi costruttori di cattedrali romaniche e gotiche; ne tenevano conto i mistici e gli asceti con la loro vita esemplare; li tenevano in gran considerazione i moralisti e gli speculativi, i poeti e gli artisti.
Li troviamo espressi insieme all’inizio di quasi tutti i prefazi, preghiere introduttive al canone eucaristico: “È veramente cosa buona e giusta…”.
Li troviamo composti in un unico pensiero perché ogni persona od evento per essere bello dovrebbe essere anche vero e giusto, per essere vero dovrebbe essere bello e giusto, per essere giusto dovrebbe essere vero e buono.
Per molti secoli si è considerato che non ci può essere separazione tra questi elementi, perciò si riteneva che la verità senza giustizia o senza bellezza non può essere vera, che la giustizia senza bellezza o senza verità non può essere giusta, che la bellezza senza verità o senza giustizia non può essere bella.
Sembra un gioco di parole, ma se proviamo ad applicarlo alle considerazioni che di solito facciamo sui vari argomenti troveremo quanto sia pertinente in ogni caso.
Proviamo ad usarlo per esempio riguardo alla democrazia:
Proviamo a pensare la terna vero-buono-giusto applicata alla religiosità:
Oppure passiamo all’etica:
Penso alle notizie riportate dai giornali nei giorni scorsi. Il prof. Umberto Veronesi, eminente medico oncologo avrebbe affermato che l’amore più puro è quello omosessuale, perché è fine a se stesso e non mira a procreare.
Non è stato scritto su che cosa il professore fondi la sua affermazione, certamente non su dati scientifici. Ma ammettendo, con la più ampia tolleranza possibile, che possa anche essere bello questo tipo di amore, si può affermare che si tratta di amore vero e di amore giusto? Chi è coinvolto probabilmente cercherà di rispondere di sì, ma una autogiustificazione non può mai essere una dimostrazione di verità. L’autogiustificazione non basta a giustificare. Se poi l’affermazione è di tipo ideologico o di tipo demagogico è ancor meno sostenibile dal punto di vista della verità, come pure da quello della giustizia. Non mi sembra proprio che l’affermazione del professore risponda all’esigenza del bello-vero-giusto, e non può pertanto essere considerata una affermazione etica, ma semplicemente uno slogan, uno spot per attirare consensi o per dare sostegno ad opinioni propagandistiche. Con l’aggravante di strumentalizzare le conoscenze e referenze scientifiche del professore per dati che non sono affatto scientifici. Povera scienza e povera ragione, come vengono usate male, di certo non per la ricerca della verità. Infatti solo la ricerca autentica della verità, fatta congiuntamente a quella della bellezza e della giustizia, può portare ad affermazioni etiche valide. Altrimenti si tratta di pubblicità vacua e scorretta.
Quello che vorrei proporre con queste veloci annotazioni è di ripensare ai nostri modi di valutazione: spesso senza accorgerci usiamo criteri valutativi non validi. Ci accontentiamo di dire che una cosa è bella perché risponde a criteri di nostro gradimento, ma non ci preoccupiamo di vedere se è anche vera e giusta, Altre volte sentiamo dire che provare certe emozioni è necessario per provare tutto, giustificando ogni forma di trasgressione senza chiederci se si tratta di verità, di bellezza, o di giustizia.
Oppure facciamo scelte in base alla nostra ragione, alla nostra intelligenza, senza renderci conto che questa non basta per fare scelte ottimali, e certamente è insufficiente e limitata nell’affrontare percorsi spirituali.
Vorrei pertanto invitare ad utilizzare il criterio del vero-buono-giusto quale criterio valutativo del nostro essere e del nostro vivere. Un criterio etico di valutazione che potrebbe veramente dare origine a una rifondazione, a una rinascita del nostro mondo, di sicuro ci impedirebbe di cadere nei tranelli della demagogia o delle ideologie. Si tratta infatti di un criterio liberante. Usiamolo costantemente e saremo uomini liberi.
p. Cristiano
Dal Lunedì al Venerdì:
8.00 - 9.00 - 10.00 - 18.30
Sabato: 8.00 - 9.00 - 10.00 - 19.00
Domenica: 8.00 - 9.00 - 10.00 -
11.00 - 17.00
Dal Lunedì al Sabato:
8.30 - 10.30 ~ 16.00 - 18.00
Domenica: 7.30 - 12.00 - 16.00 - 18.00