Il mese di maggio è tradizionalmente e particolarmente dedicato alla Vergine Maria. Per esprimere questo abbiamo forme devozionali particolari. Ma è anche dedicato alla preparazione al matrimonio quando non proprio alla celebrazione dello stesso. Così era per lo più nei decenni passati, quando ci veniva richiesta la disponibilità per i matrimoni in modo particolare in maggio e in settembre. Ora, pur nella grande diminuzione dei matrimoni religiosi, è più facile sentirci chiedere la disponibilità della chiesa per celebrazione di matrimoni nei periodi estivi, forse per collegare il periodo di ferie con il congedo matrimoniale.
Nella nostra parrocchia da anni teniamo un corso di preparazione al matrimonio durante il mese di maggio: le lezioni, tenute in nove serate, servono per chiarire e approfondire alcuni temi che riguardano il sacramento e la celebrazione del matrimonio cristiano.
Non si tratta di un corso di preparazione alla famiglia, e forse sarebbe necessario approfondire anche questo tema. Ci rendiamo conto che finora abbiamo parlato più del matrimonio che della famiglia, e ugualmente è difficile parlare di teologia della famiglia, ancor oggi pensata più come fatto sociologico, morale o giuridico che non come scuola di vita e di umanità. Ribadiamo che nella visione cristiana non esiste matrimonio senza famiglia, né famiglia senza matrimonio, e sappiamo che questo non vale per i modelli sociologici, dove è facile la confusione sia del termine matrimonio che di quello di famiglia. Manca comunque una riflessione teologica adeguata sull’argomento.
Sono due i limiti di fondo nella teologia contemporanea riguardo a questo argomento: il primo che si continua ad analizzare il matrimonio più nell’atto della sua nascita che non della permanenza come comunità sacramentale, insistendo sulla costituzione del sacramento piuttosto che sul sacramento costituito. Il secondo è pensare la comunità familiare più come un allargamento dell’identità della coppia che come comunione nuziale di persone, comunità di vita chiamata a diventare comunità di grazia e di salvezza (cfr. Carlo Rocchetta, Teologia della famiglia, EDB 2011 ).
Certo che la famiglia si fonda sul matrimonio, ma non è riducibile ad esso: troppe volte i modelli sociologici hanno prevalso sulla riflessione teologica e spirituale. Troppe volte si è pensato all’uomo nel suo contesto sociale, culturale e politico, e si è dimenticata l’origine e l’originalità dei rapporti: l’uomo ha prima di tutto un rapporto con Dio, con l’essere nato per essere immagine della presenza di Dio. L’uomo è creato a immagine di Dio e Dio stesso è amore, perciò la vocazione all’amore è ciò che fa dell’uomo l’autentica immagine di Dio: egli diventa simile a Dio nella misura in cui diventa qualcuno che ama (Benedetto XVI, Convegno diocesano sulla famiglia, 2005).
Troppe volte abbiamo letto male i testi di Paolo, letti e interpretati sociologicamente anziché teologicamente. Un esempio è es. Ef. 5, 21-33 dove Paolo scrive: «Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore… mariti amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa… i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo… come fa Cristo con la Chiesa… Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla donna e i due formeranno una carne sola».
Questo mistero è grande – lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa. Paolo non parla di modelli sociologici, ma teologici, ma questo non è stato colto nella riflessione del popolo cristiano. Si è preferita una lettura parziale, monca e deforme, piuttosto che affrontare il tema dei rapporti tra l’uomo e Dio e tra Cristo e la Chiesa.
Per questo è importante partecipare ai corsi di preparazione al matrimonio, per riaffermare che:
Dio è l’autore del matrimonio, e non dei modelli sociologici;
che i coniugi cercano e vivono l’immagine di Dio nella loro vita matrimoniale;
che l’uomo e la donna sono una sola carne, una unità spirituale e terrena insieme;
che Dio benedice il matrimonio e che Cristo lo inserisce nel mistero di Dio, per questo è un sacramento
infine che il matrimonio è una icona dell’amore di Cristo e della Chiesa. Gesù non fa della famiglia un assoluto, ma vuole che sia aperta alle esigenze di Dio, e non solo alle esigenze dell’uomo.
Questa era anche la sua famiglia: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?… Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre» (Mc 3,31-35).
p. Cristiano
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